Report: grande Vignarionda

Report: grande Vignarionda

Deve iscriversi tra i meriti dell’Ais – Associazione Italiana Sommelier – la capacità di diffondere anche tra chi non è esperto la cultura del vino: la serata organizzata da AIS Piemonte sulla Vignarionda di Serralunga ha centrato l’obiettivo di illustrare le magnifiche caratteristiche di questo grande vigneto agli esperti e ai semplici appassionati. Ma è riuscita ad andare oltre, perché ha disegnato con efficacia le interazioni tra i grandi attori che servono per produrre un grande vino: il vitigno, il territorio e i produttori.

Gli ospiti della serata hanno cercato di trovare i motivi alla base della fama di Vignarionda, una delle vigne più celebrate e ricercate dell’intera denominazione, tanto che in passato, i vinificatori erano disposti a pagare i nebbioli prodotti su questi dieci ettari di collina un prezzo superiore pur di disporre dell’uva che avrebbe dato vita a un Barolo eccezionale. 

L’enologo Giampiero Gerbi ha illustrato i meriti del vitigno che cresce in Vignarionda, conducendo il pubblico verso il legame forte che esiste tra il nebbiolo e il territorio, il motore che spinge a tutta forza il Barolo nell’olimpo vinicolo mondiale. Il vitigno piemontese per eccellenza assorbe molto bene il clima e la composizione del suolo sul quale cresce nonché l’attività dell’uomo in vigna, dalla potatura alla sfogliatura. Il Nebbiolo è quindi capace di legarsi molto bene all’ambiente circostante e al lavoro dell’uomo, ponendosi al centro del terroir, come solo i grandi vitigni possono e sanno fare. Inoltre il corredo antocianico, che rende il colore dei vini da nebbiolo inconfondibile, l’apporto tannico e il patrimonio aromatico, presente nonostante il nebbiolo sia un vitigno detto neutro, fan sì che i vini da nebbiolo risultino sempre unici ed inimitabili.

Il geologo Edmondo Bonelli ha presentato gli aspetti forse meno conosciuti: quelli legati al territorio, che nel caso di Vignarionda sono tali da rendere la vigna un unicum in Langa. Tutto ha origine 15 milioni di anni fa (il passato ha sempre un peso rilevante) quando le Langhe erano sommerse dal bacino marino terziario ligure – piemontese, le cui correnti seguivano i venti che ancora oggi spazzano la zona, i quali, provenendo da est, si scontravano con le Alpi e facevano precipitare sedimenti in mare. Le correnti amplificavano l’effetto dei venti e conducevano i sedimenti a compattarsi nelle marne che formano la struttura odierna delle colline langarole. In termini geologici, la collina di Serralunga è etichettata come “formazione di Lequio” originata 13 milioni di anni fa da una porzione di mare profonda oltre 400 metri, che raccoglieva sedimenti principalmente provenienti dal Monviso. In seguito i movimenti tellurici fecero emergere il terreno e in seguito lo inclinarono verso sud – sud ovest, regalando la splendida giacitura di cui gode la collina. La presenza nel terreno di Serralunga di calcare, di sabbia e di limo in proporzione ottimale, il suolo scuro pieno di agenti nutritivi e microflora attiva e il microclima asciutto con venti costanti regalano da sempre alla vite che cresce in Vignarionda la situazione ottimale per meritarsi il sovraprezzo cui si faceva riferimento.

Altri attori fondamentali del sistema Vignarionda sono i produttori, presenti alla serata per spiegare le loro filosofie produttive, ma che ricordiamo in particolare per l’orgoglio che traspariva dalle loro parole, di poter produrre vino da un territorio magnifico che ben accoglie un vitigno regale.

Infine le vere star della serata: i Barolo di Vignarionda, che hanno spaziato dall’annata 2007 fino agli autentici debuttanti dell’annata 2014, presentati in anteprima in quanto ancora in attesa dell’uscita sul mercato.

Impossibile fare delle classifiche di merito, non solo perché le annate sono diverse ma in principal luogo perché tutti i vini degustati hanno evidenziato grande eleganza, armonia ed equilibrio. I più giovani si sono mostrati perfetti nelle note fruttate e talvolta floreali mentre quelli più evoluti si sono presentati sotto una veste speziata e spesso balsamica. Il palato ha confermato l’eccezionale eleganza ed equilibrio, la magnifica presenza della trama tannica e la freschezza che fa presagire i tanti anni di evoluzione che attendono i Barolo Vignarionda.

Partecipare all’evento sul vigneto Vignarionda ha concesso il privilegio unico di poter meglio comprendere i motivi alla base del successo dei vini Barolo che provengono da vigneti storici.

(articolo di Paolo Manna pubblicato su langheroeromonferrato.net)

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