Addio a Luciano Sandrone

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Ci ha lasciato Luciano Sandrone, uno dei grandi di Langa.

Figura iconica del mondo barolistico, nei ruggenti anni ’80 fu uno dei vigneron più innovativi, sostenendo con nuove idee e coraggio il periodo delle grandi trasformazioni che si andavano a delineare tra i giovani produttori del territorio.

Dopo la gavetta, Luciano Sandrone si mise in proprio nel 1978 imbottigliando le sue prime perle in una piccola cantina a due passi dal paese di Barolo. Bruciò le tappe e in pochi anni e, guidato da una sensibilità e passione non comuni, raggiunse la ribalta internazionale con il suo Barolo Cannubi Boschis del 1990 premiato con i 100/100 dal guru Robert Parker.

Il successo crebbe e la produzione dei Sandrone, coadiuvato dal fratello Luca e dalla figlia Barbara acquisì sempre più fama. La nuova e bellissima cantina segnò il consolidamento del marchio che divenne un punto di riferimento di alto profilo per tutti gli appassionati, anche grazie all’espressione dei suoi vini, deliziosi al naso, finissimi nei tannini, curati in maniera maniacale nei dettagli. Non solo, Luciano Sandrone creò uno stile, ricercato e inconfondibile, preso a modello da altri produttori.

Di lui ho molti ricordi, dialoghi, degustazioni, cene, ma andando a ritroso la memoria si ferma all’autunno del 1994, quando mi recai nella sua piccola cantina chiedendo di acquistare dodici bottiglie del suo mitico Cannubi Boschis del 1990. Alla “folle” richiesta Luciano mi guardò stupito, la moglie mi disse perentoria: “Dodici bottiglie sono troppe, ne abbiamo poche.” Ma Luciano mi sorrise, guardò la moglie e replicò: “Ma no. dai, a lui le possiamo dare….” Mi fece sentire accolto e riconosciuto. Lo porterò sempre nel cuore, con gratitudine.

Luciano Sandrone è stato un grandissimo: conoscitore attento e profondo, integerrimo lavoratore, uomo mite e concreto, uno di quelli che han fatto la rivoluzione ma che non hanno mai smesso il grembiule da lavoro; di quelli umili, che non scordano mai le proprie origini.

Sempre sorridente, arguto nello sguardo, pacato e generoso, Luciano Sandrone mancherà a tanti ma soprattutto alla Langa più vera.

– Fabio Gallo, delegato di Torino –

 

(credits immagine: Dissapore)

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